Leggere fa sognare, riflettere, divertire. È svago e opportunità, intrattenimento e conoscenza. La lettura apre prospettive, svela punti di vista, indica strade. E soprattutto, la lettura fa viaggiare. Ci proietta in luoghi, atmosfere, città, un po’ come farebbero la macchina del tempo e il teletrasporto, se solo esistessero.
Questo potere, che i libri più dei film (cui manca la partecipazione attiva dell’immaginazione) hanno la forza di alimentare, trova una sofisticata forma autoreferenziale nella letteratura di viaggio.
Romanzi in cui il tema del viaggio è trasposizione mentale, ma anche fisica.
Quei libri che, se li leggi a casa, sul divano, ti fanno venire voglia di comprare un volo last minute e partire all’avventura. E se invece li leggi in viaggio, sublimano l’esperienza e la rendono indimenticabile.
Vi suggerisco 4 storie di viaggi da portare in vacanza o da utilizzare come surrogati (e che surrogati!) se in vacanza non ci andrete.
Libri da leggere in viaggio: 4 romanzi On The Road
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1. Sulla strada di Jack Kerouak, 1957
«Qual è la tua strada amico?… la strada del santo, la strada del pazzo, la strada dell’arcobaleno, la strada dell’imbecille, qualsiasi strada. È una strada in tutte le direzioni per tutti gli uomini in tutti i modi».
È soprattutto una strada verso il nulla quella percorsa dai protagonisti, Dean e Sal, antieroi della Beat Generation. Un viaggio da una costa all’altra dell’America in cui non importa arrivare, ma andare, muoversi, cercando di esorcizzare un crescente male di vivere. Un vuoto interiore da riempire con sballi vari – alcol, marijuana, benzedrina, sesso – senza mai riuscirci, neanche lontanamente.

2. Nelle terre estreme di Jon Krakauer, 1996
«Non fissarti in un posto, muoviti, sii nomade, conquistati ogni giorno un nuovo orizzonte».
A prima vista, sembrerebbe il contrario – tante avventure e tanto rumore sulla strada di Sal Paradise; tanta solitudine e tanto silenzio nelle terre estreme di Chris McCandless – ma sappiamo che le apparenze ingannano: il tutto diventa nulla quando è fuga da se stessi, e il nulla diventa tutto quando è ricerca di se stessi.
Due romanzi che non potrebbero essere più diversi, per i vissuti (veri) che raccontano, eppure così uguali nel tracciare estremismi esistenziali e desideri di libertà. In questi libri è tutta un’urgenza di colmare abissi: l’uno ci prova con l’artificio, l’altro con la natura.

3. Mangia prega ama di Elizabeth Gilbert, 2006
«Io adesso ho cominciato a vivere la mia vita. Per imperfetta e disarticolata che sia, mi assomiglia completamente».
Un’altra storia vera. Stavolta è una donna – la stessa autrice – a raccontare il suo viaggio, reale e introspettivo al contempo, che riparte dai bisogni essenziali per ogni essere umano: cibo, spiritualità, amore. Mangia Prega Ama è un libro che sprigiona semplicità, leggerezza, coraggio, e che ci fa riflettere sul percorso interiore che ognuno di noi ha bisogno di fare, che vuole fare. Un inno alla speranza e al cambiamento.

4. Le coordinate della felicità di Gianluca Gotto, 2018
«Perché le nostre rivoluzioni personali, grandi o piccole che siano, iniziano sempre in un posto che abbiamo dentro. Da qualche parte, tra la testa e il cuore».
Le coordinate della felicità di Gianluca Gotto, pubblicato per la prima volta nel 2018 e ripreso due anni dopo da Mondadori, è uno di quei libri di “viaggi, sogni e pura vita” da leggere senza esitazioni. Un po’ per la bellezza delle ambientazioni che descrive, un po’ perché potrebbe cambiarvi la vita (istruzioni per l’uso: leggetelo solo se vi sentite pronti a questa eventualità).
