Ravenna, la vecchia capitale dell’Impero Romano d’Occidente, è conosciuta in tutto il mondo per i suoi meravigliosi mosaici di fattura bizantina, tanto da essere riconosciuta come Patrimonio mondiale Unesco. I suoi monumenti paleocristiani testimoniano il legame tra l’arte e la religione sin dal VI secolo e sono il cuore pulsante di questa città. Per quanto mi riguarda, non meno importante il mare a pochi km di distanza e il buon cibo: anche i Crescioni e i Passatelli meritano il loro momento di gloria e contribuiscono a rendere questa città quello che è: un gioiellino, luminoso come i suoi mosaici.
La città dei mosaici: cosa vedere e cosa mangiare in un Weekend a Ravenna
Cosa stai cercando in questo articolo?
- Piazza del Popolo
- Il mercato coperto
- La Basilica di San Vitale e il Mausoleo di Galla Placidia
- La tomba di Dante
- Il Battistero Neoniano e il Museo Arcivescovile
- La Basilica di Sant'Apollinare Nuovo
- La Basilica di San Giovanni Evangelista
- La Basilica di San Francesco
- Bere e mangiare: Trattoria al Cerchio
- Bere e mangiare: Ca' de Vèn
- Bere e mangiare: La Piadina del Melarancio
- Bere e mangiare: La Darsena
Cosa vedere in un Weekend a Ravenna
1. Piazza del Popolo
Dopo aver fatto il check-in presso il B&B al Cerchio in pieno centro, una struttura come se fosse casa propria gestita dal simpatico Daniele e dalla moglie, abbiamo cominciato la nostra passeggiata addentrandoci in graziose viette incorniciate da edifici storici, ora residenziali, dai colori accesi e dai balconi in legno scuro. Una bella luce, che tagliava i palazzi a metà mettendone in risalto l’architettura, come piace a me. Arriviamo così a Piazza del Popolo, sede del comune e della prefettura. Di dimensioni contenute e, a prima sensazione, parecchio intima, Piazza del Popolo fonda le sue origini nel XIII secolo con la famiglia dei Da Polenta, all’epoca a capo del potere. La piazza subì diverse modifiche con il passaggio ai Veneziani e vennero erette due colonne nel 1483, ispirandosi proprio alla Piazza San Marco di Venezia: al tempo, su una si trovava il leone di San Marco, sostituita nel 1509 con quella di San Vitale. Sull’altra Sant’Apollinare, il patrono di Ravenna. Da notare Palazzo Merlato, sede comunale, e Palazzo Apostolico, sede della prefettura. Di particolare bellezza il Palazzo dei Rasponi del Sale del ‘700, il mio preferito, oggi sede di un istituto bancario. In stile diverso ma assolutamente degno di nota, il Palazzo della Torre dell’Orologio, sede della dogana nel 1789, del primo cinema cittadino nel 1907 e poi della prima casa del Fascio Ravennate, fino al 1939

2. Il mercato coperto
C’è un mercato coperto in città, molto luminoso grazie ai grandi lucernari che lo dominano, ricco di prodotti enogastronomici fighissimi (perlomeno da guardare) e di sciüre che escono con le borse piene. Che fai, non ci entri? Ecco. Quello di Ravenna è piccino, ma i prodotti bio, tipici locali o di nicchia, non mancano. Come non mancano i ristoranti e caffetterie. Al piano superiore c’è anche una bella zona smart-working in cui è possibile lavorare previa consumazione. L’edifico attuale sorge su un’area commerciale sin dal V secolo ed è stato restaurato dal comune di Ravenna tra il 1981 e il 1983, preservandone l’architettura in stile classico con facciate in mattoni a vista ed elementi in pietra d’Istria.

3. La Basilica di San Vitale e il Mausoleo di Galla Placidia
La nostra passeggiata continua attraverso piccole e vivaci viuzze e arriviamo al complesso in cui si trovano la Basilica di San Vitale e il Mausoleo di Galla Placidia. Gli ultimi ricordi di questo posto risalgono alle medie: solo dopo aver rivisto questi posti, mi sarei resa conto di quanta bellezza avevo probabilmente snobbato, anni prima.
E invece, quando si entra qui, si viene avvolti da una sorta di bagliore talmente affascinante che fa sgranare un po’ gli occhi, che ci fa rendere conto di ciò che abbiamo intorno: dei mosaici bizantini mozzafiato, perfettamente proporzionati, incredibilmente dettagliati.
La Basilica di San Vitale è stata consacrata nel 548 d.c. ed è uno dei monumenti paleocristiani più importanti in Italia, caratterizzata un edificio centrale ottagonale ricoperto da una cupola, affrescata nel XVII secolo. Il pezzo forte sono, appunto, i mosaici dell’abside e in particolare quelli del corteo di Giustiniano e Teodora, avvolta in un damasco impreziosito da gemme e madreperle (dal quale Gustave Klimt s’ispirò per il ritratto di Adele Bloch-Bauer). Uscendo dalla basilica si raggiunge in pochi passi il Mausoleo di Galla Placidia costruito verso la prima metà del V secolo su commissione dell’imperatrice, nonostante sia stata sepolta a Roma. Dall’esterno la struttura è piuttosto anonima, aspetto decisamente in contrasto con la bellezza degli interni, in particolare con la cupola in mosaico che ritrae un cielo stellato: io ho subito pensato di essere atterrata in una sorta di galassia, qualcuno dice in paradiso. E forse, ci siamo vicini.

4. La tomba di Dante
Incamminandoci verso il Battistero Neoniano, inciampiamo senza volerlo sulla tomba di Dante, che si trova in una zona detta “del silenzio”. Effettivamente, si sente solo la voce di un paio di turisti. La tomba è stata costruita tra il 1780 e il 1781 ed è sovrastata da una grande quercia, voluta da Giosué Carducci agli inizi del ‘900. Una tomba piuttosto sobria in stile neoclassico, all’interno del quale si trovano le ossa del poeta custodite in una cassetta di legno.

5. Il Battistero Neoniano e il Museo Arcivescovile
La sua forma ottagonale in mattoni non passa inosservata: il Battistero Neoniano, o degli ortodossi, è uno dei monumenti più antichi di Ravenna: è stato costruito agli inizi del V secolo su ordine del Vescovo Orso, successore del Vescovo Neon da cui la struttura prende il nome. Al centro della cupola, che vale assolutamente la posizione per la sua bellezza, si trova il mosaico che rappresenta il battesimo di Cristo circondato dai 12 apostoli: meraviglioso. Poco sotto, ci sono degli elementi decorativi ispirati alla flora e alla fauna che richiamano alla vita eterna, come ad esempio pavoni e vitigni. Dicono sia uno dei battisteri meglio consacrati al mondo: ci crediamo!
A due passi si trova anche il museo Arcivescovile, la cui struttura risale sempre al V secolo d.c, nato per conservare alcune pietre del Duomo di Ravenna dopo la ristrutturazione e alcuni oggetti e pezzi di arredamento appartenenti ai vescovi dell’epoca.

6. La Basilica di Sant’Apollinare Nuovo
Da non confondere con Sant’Apollinare in Classe, poco fuori il centro storico di Ravenna, la Basilica di Sant’Apollinare Nuovo è una di quelle cose che no, non si dimenticano. Il complesso è stato costruito da Teodorico tra il V e il Vi secolo d.c. come luogo di culto ariano. La struttura, semplice e piuttosto spoglia, mette in risalto la bellezza dei mosaici a parete che percorrono tutta la navata centrale: 26 scene del nuovo testamento che raccontano la passione e alcuni miracoli di Cristo. Nella fascia media sono rappresentati i profeti e, in quella immediatamente sotto, il corteo dei Santi Martiri e delle Sante Vergini, che si dirigono rispettivamente da Cristo e dalla Vergine con bambino. Una curiosità: si dice che Papa Gregorio Magno fece affumicare questi mosaici per renderli meno luminosi, che distraevano un po’ troppo i fedeli durante le funzioni religiose.

7. La Basilica di San Giovanni Evangelista
Per chi ama girare Ravenna a piedi, la Basilica di San Giovanni Evangelista è leggermente decentrata dal centro storico ma comunque raggiungibile con una bella passeggiata. È stata voluta dall’imperatrice Galla Placidia per essere stata salvata dalle intemperie del mare mentre faceva ritorno da Costantinopoli. Questa basilica è conosciuta per ospitare gli unici mosaici di fattura medievale di tutta la città, che scorrono lungo le pareti. Si tratta, nello specifico, di alcuni pezzi del pavimento originale mosaicato del XIII secolo. Un grazie all’esperta (link sito Silvia?) per avercela fatta scoprire!

8. La Basilica di San Francesco
La Basilica di San Francesco risale alla metà del V secolo d.c. Nonostante non rimanga granché della struttura originale a causa dei continui ripristini nel corso dei secoli, qualcosa c’è: i frammenti musivi del pavimento della cripta, con scritte in greco e latino, costantemente sommersa di acqua dolce di falda a causa del fenomeno della subsidenza. La cripta si può vedere da una piccola finestrella dietro l’altare: uno scorcio suggestivo e insolito che vale sicuramente una visita (idem i pesciolini che vi sguazzano).

Cosa fare vicino a Ravenna? Ecco altri posti che ci hanno consigliato ma che non abbiamo avuto il tempo di visitare:
- La Basilica di Sant’Apollinare in Classe (appena fuori Ravenna, a circa 10/15 minuti di auto dal centro storico)
- Comacchio, località di mare in cui mangiare l’anguilla ai ferri
- Delta del Po’
- Ponte di barche sul Po’
Cosa e dove mangiare in un Weekend a Ravenna
1. Trattoria al Cerchio
Esattamente di fronte al B&B (ehy, ciao pigrizia!) la Trattoria al Cerchio è uno di quei posti in cui ci si sente subito a casa per l’accoglienza e anche per lo stile spartano ma curato, come piace a noi. Insomma, una trattoria tenuta bene. Tra i piatti assaggiati, oltre ai grandi classici del San Daniele al coltello e ai Cappellacci al Ragù, degni di nota sono i Passatelli in brodo (a quando patrimonio dell’umanità?) e il Castrato alla griglia: carne fresca di ovini maschi castrati, per l’appunto. Se non amate il sapore di questa carne, decisamente più forte rispetto a quella bovina, non è il vostro piatto. Il conto tutto sommato corretto considerando anche la bottiglia di vino, dolci e caffè: circa 42€ a persona. Altre info: https://trattoria-al-cerchio.business.site/.

2. Ca’ de Vèn
Scoperto grazie al mio super collega e amico, Ca’ de Vèn è IL posto, a Ravenna. Qui si può cenare in modalità ristorante o fare un aperitivo con degli ottimi vini prodotti da cantine associate al Consorzio Vini di Romagna, stuzzicando una delle tante proposte a menu (pane piada, taglieri di salumi e formaggi). Vale la pena sorseggiare un bicchiere anche solo per il posto: Ca’ de Vèn ha infatti sede in Palazzo Rasponi, le cui origini risalgono al 1300. Meravigliose le decorazioni delle volte e gli arredi nella sala principale, perfettamente conservati grazie ai numerosi interventi di rifacimento. Abbiamo amato i tavoli lunghi, da condividere con altre persone. Anche in questo caso abbiamo ritenuto i prezzi più che corretti, considerando la qualità dei vini e della cornice storica: circa 12€ a persona per 2 calici di San Giovese a testa e una piadina da dividere. Nota fondamentale: anche se non ordinate nulla da mangiare, vi portano comunque un piattino con qualche stuzzichino. Cortese e veloce anche il servizio. Suggeriamo di arrivare all’apertura, il locale si riempie subito e potrebbe esserci una coda da fare, soprattutto nel weekend. Altre info: https://cadeven.it/.

3. La Piadina del Melarancio
Dove mangiare la Piadina a Ravenna? E il Crescione? Alla La Piadina del Melarancio, che fa tutto fatto in casa. Un posto apparentemente piccolo, ma con più di qualche tavolo all’interno e con qualche tavolino fuori. Il menu propone, per entrambi i prodotti (la Piadina è aperta, il Crescione è chiuso) ingredienti semplici abbinati in modo più o meno classico. Da provare entrambi anche una variante con lo Squacquerone, formaggio tipico della Romagna. Speso circa 8€ a persona incluso il bere. E che ve lo dico a fare. Altre info: IG @lapiadinadelmelarancio.

4. La Darsena (per bere un bicchiere)
Da area prettamente industriale che era, oggi la Darsena di Ravenna si è trasformata in una zona di movida, ricca di bar, ristoranti e di alcune aree particolarmente interessanti come la Darsena PopUp, aperta durante il periodo estivo: una sorta di spiaggetta artificiale con chioschi di cibo in container riconvertiti. Questa zona è un piccolo paradiso anche per gli street artists: sono diversi, infatti, i murales di artisti provenienti da diverse parti del mondo.
